CONTESTI | Con la natura per la prima volta

Con la natura per la prima volta

È ormai entrata nell’immaginario comune la presenza della natura nell’arte contemporanea: una tra le tante cose che l’artista può scegliere per come soggetto o strumento per il proprio lavoro.

Ma quando è comparso per la prima volta un elemento naturale in un’opera artistica in maniera consapevole e dichiarata?

Dal 17 gennaio al 24 febbraio del 1938, si tiene nei locali della Galerie des Beaux-Arts di Rue du Faubourg Saint-Honoré di Parigi L’Exposition Internationale du Surréalisme. L’oggetto tratto dalla vita quotidiana e la natura nelle combinazioni più inconsuete caratterizzano fortemente lo spazio espositivo. La mostra stessa risulta un’opera diffusa tanto gli interventi dei singoli artisti dialogano tra loro.

È una delle prime sperimentazioni del secolo in cui la natura è componente reale di un’opera d’arte. Terra e piante sottratte dal cimitero di Montparnasse ricoprono il pavimento dell’installazione di Wolfgang Paalen Avant La Mare, ricreando un vero e proprio stagno. L’artista è l’unico austriaco del ciclo dei surrealisti di Parigi. Trasferitosi a 24 anni nella capitale francese, sviluppa la tecnica del “fumaggio” che consiste nel disegnare attraverso il fumo delle candele. Appartiene al suo linguaggio una certa dimestichezza con elementi effimeri. La natura e le forme organiche appartengono in realtà all’immaginario pittorico dell’artista come è possibile notare nel dipinto Paesaggio totemico del 1938 conservato al Museo di Arte contemporanea di Vienna.

 

Wolfgang Paalen | Avant La Mare, 1938, Exposition Internationale du Surréalisme, Parigi
Wolfgang Paalen | Avant La Mare, 1938, Exposition Internationale du Surréalisme, Parigi

 

Immagine correlata
Wolfgang Paalen| Paesaggio totemico, 1938, Museum für zeitgenössische Kunst, Vienna

La mostra del 1938 presenta oggetti ed elementi che progressivamente caratterizzeranno l’arte europea della seconda metà del secolo. I sacchi di juta per esempio. Marcel Duchamp ricopre il soffitto dell’Exposition Internationale du Surréalisme con sacchi pieni di carbone. Il sacco come materiale grezzo che rimanda a se stesso viene riutilizzato da Alberto Burri dai primi anni Cinquanta e da Jannis Kounellis a partire dal decennio successivo.

Duchamp aveva precorso i tempi anche nell’intento di utilizzare un elemento naturale quale l’aria in una delle sue opere. L’opera è Air de Paris (1919) ed è un’azione è concettuale ante litteram. Nell’ampolla, secondo le dichiarazioni dell’artista, sarebbe conservata aria parigina.

 

Marcel Duchamp, Air de Paris, 1919, ampolla di vetro restaurata, The Louise and Walter Arensberg Collection.
Marcel Duchamp | Air de Paris, 1919, ampolla di vetro restaurata, The Louise and Walter Arensberg Collection

 

Si potrebbe considerare l’esposizione dei surrealisti di Parigi come evento di raccordo tra Aria di Parigi di Duchamp, e le prime vere e proprie sperimentazioni con la materia naturale. Tra questi: i collage con foglie di Joseph Beuys dal 1945 al 1955 e di Herman de Vries del 1960-61. Al 1963 risale poi Condensation Cube di Hans Haacke, proiettando l’utilizzo del materiale organico in un’azione più sistematica e non solo occasionale.

 

Joseph Beuys, Acer Plantanoides, 1945, foglia su carta. © Tate, London 2018
Joseph Beuys | Acer Plantanoides, 1945, foglia su carta. © Tate, London 2018
Joseph Beuys, Senza titolo, 1955, foglia e calce su carta. © Tate, London 2018
Joseph Beuys | Senza titolo, 1955, foglia e calce su carta. © Tate, London 2018

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Surrealismo con la sua vastissima sperimentazione ha aperto la strada all’idea di opera aperta, pensata come installazione e alla concezione dell’opera realizzata con qualsiasi materiale che sia funzionale alla resa dell’immagine o dello spazio. Si amplia il concetto di quadro e la realtà diventa oggetto e luogo dei nuovi interrogativi dell’arte e che l’arte si pone a proposito della società. L’attenzione si sposta anche sulle qualità materiche degli elementi naturali e sulle capacità di adattamento, crescita e trasformazione.

Negli anni Sessanta, infatti, la scelta della natura come materia fisica delle opere diventa un atto forte e decisivo da parte di alcuni artisti. Alcune scelte artistiche significano aderire ad alcune idee e a orientamenti di pensiero che si oppongono all’avanzamento tecnologico, alle guerre, al consumismo, all’inquinamento (sono le prime manifestazioni ecologiste), alla discriminazione religiosa, razziale e di genere. Tutto questo si manifestava in realtà come una ribellione all’arte accademica e tradizionale. Si sviluppano i nuovi linguaggi tra cui l’Arte povera, la Process art e la Performance che vedono l’opera come una realtà in divenire, legata ai mutamenti della vita.

 

Fonti:

https://wolfgangpaalenorg.files.wordpress.com/2016/04/dbellon-wp-in-avant-la-mare-38c.jpg?w=480

https://www.belvedere.at/jart/prj3/belvedere/main.jart?rel=21erhaus_de&content-id=1438325473346&reserve-mode=reserve&ausstellung_id=1532413308397

https://arthistoryproject.com/artists/marcel-duchamp/50-cc-of-paris-air/

https://www.tate.org.uk/art/artworks/beuys-untitled-ar00696

https://www.tate.org.uk/art/artworks/beuys-acer-platanoides-ar00630