Meg Webster | NATURA VIVA
di Giulia Santambrogio
“Di fronte alla provvisorietà e alla precarietà della natura (e dell’uomo), tocca all’arte e al suo particolare linguaggio […] indicare una via.” ANNA BERNARDINI
Dipingere e ritrarre nature morte o paesaggi oggi non basta più. Il media bidimensionale (dipinto o fotografia) viene superato dall’installazione artistica che tenta di ricreare la realtà uomo-natura. La natura per essere vera e perfetta non può essere statica, ma deve manifestarsi nella sua vitalità e mutevolezza.
La via che prende l’arte contemporanea è quella che vuole comunicare il rapporto tra l’uomo e la natura portando questa fisicamente all’interno degli spazi artificiali e ai suoi limiti.
L’indagine artistica di Meg Webster (1944, San Francisco) parte dalla Land Art, dall’arte minimalista e dalla scultura oggettuale degli anni ’80. Lavora soprattutto attraverso sculture e installazioni fatte di materiali organici (terra, sabbia, cenere, muschio) modellati in forme geometriche piane o tridimensionali. In relazione con l’ambiente, i fruitori e il tempo, le opere manifestano la loro natura deperibile divenendo talvolta dei piccoli ecosistemi.
Il modo stesso con cui l’artista si rapporta con il materiale, nella realizzazione delle opere e nella destinazione delle stesse, invita a riflettere sul consumo delle risorse naturali e a orientarsi verso una vita ecosostenibile. Come tanti artisti del secolo scorso, si oppone al concetto dell’oggetto d’arte destinato unicamente al mercato. Si oppone anche all’assoggettamento a tutti i costi della natura da parte dell’uomo. Da qui l’utilizzo di materiali grezzi, lasciati liberi di mutare.
Meg Webster è stata in mostra tra il 2015 e il 2016 a Villa Panza (Varese) assieme all’artista americano Roxie Paine.
“L’idea comune è quella di una natura ciclica, fatta di crescita e decadimento, di perfezione e di malattia. Il metodo artistico risulta un incessante inseguimento dei processi di trasformazione, fino a ritrovare un equilibrio e il segno di una nuova e diversa armonia.” ANNA BERNARDINI
“Corto circuiti e nuove relazioni” vengono create tra gli spazi architettonici ed eleganti del palazzo e le masse di natura introdotte – terra e acqua soprattutto.


Nelle scuderie del palazzo erano allestite due installazioni: Stick Spiral, ricreata appositamente (come la maggior parte dei suoi lavori), e Solar Piece, un orto chiuso illuminato da una luce rosa alimentata da pannelli solari.



Crediti imagini:
http://www.alaintruong.com/archives/2015/06/23/32260211.html
https://www.paulacoopergallery.com/artists/meg-webster/selected-works
Bibliografia:
ANNA BERNARDINI, Introduzione alla mostra in ANNA BERNARDINI, ANGELA VETTESE, Natura Naturans. Meg Webster. Opere 1982-2015 , SilvanaEditoriale, Verona, 2015
ANGELA VETTESE, La terra e la cura in ANNA BERNARDINI, ANGELA VETTESE, Natura Naturans. Meg Webster. Opere 1982-2015 , SilvanaEditoriale, Verona, 2015